Multi-etnico

Pubblicato: 11 Maggio 2009 in Riflessioni senza specchio
Mi viene in mente un pezzo di una canzone di D.Silvestri che, in breve, paragona gli esseri umani ai coriandoli… perché così piccoli siamo nei confronti dell’immensità del mondo, dell’universo…
Ci si accanisce in maniera inverosimile su certi temi, dimenticando delle realtà così ovvie che sono perennemente davanti ai nostri occhi ma che società, cultura, informazione, disinformazione, etc.. ci fanno dimenticare.
Siamo tutti uguali.
Nasciamo nella stessa maniera, lasciamo la terra in egual modo.
Il nostro cammino di vita è diverso a seconda del continente, della nazione, della regione, della città o del paese in cui nasciamo.. ma la libertà, che dovrebbe essere il valore fondamentale che abbiamo, può consentirci di cambiare il corso della nostra vita lasciando il nostro paese di origine per trovare una sorte migliore o semplicemente diversa altrove…
Purtroppo quando si usano luoghi comuni come "mettiti nei miei panni" per quanto ci si sforzi di immaginare, è difficile calarsi perfettamente nella condizione che vive un nostro simile, altrimenti, forse, basterebbe questa piccola condizione per spingerci ad essere più tolleranti e comprensivi.
Riporto sotto alcuni dati storici… Niente di impegnativo… Cose che chiunque ha studiato a scuola… Cose che, a quanto pare, vale la pena ricordare…
 
***
Con il termine Indoeuropei si indica per lo più un insieme di popolazioni che parlano un comune idioma denominato appunto indoeuropeo, e che avrebbe popolato un’area comune diverse migliaia di anni fa.
Esso si sarebbe poi disperso per l’Eurasia a causa di dinamiche complesse di diffusione, legate a linee di transumanza e commercio preistoriche, e a dinamiche di sovrapposizione militare a partire da azioni "opportunistiche", nate forse da instabilità di carattere demografico, dando così origine a diversi popoli che conservano tuttora fortissime ed evidenti analogie linguistiche.
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Nei primi decenni del 1500, gli Europei scoprirono i popoli indigeni delle Americhe che erano organizzati in civiltà evolute (specie in Mesoamerica) o in bande e tribù sparse in vasti territori (come in Argentina e in Nordamerica). Le vicende che scaturirono dall’incontro e dallo scontro di queste civiltà con gli spagnoli, indipendentemente dalle presunte buone intenzioni di entrambi, sono passate alla storia come la conquista dell’America.
Subito dopo la cosiddetta scoperta del 1492 si evidenziarono i primi contrasti e le incomprensioni tra le parti. Il movimento di scoperta era portato avanti sul fronte dell’occupazione da bande di esploratori-soldati (conquistadores) e sul fronte dell’evangelizzazione soprattutto da parte dell’ordine dei Domenicani.
***
L’emigrazione nelle Americhe fu enorme nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decenni del Novecento. Quasi si esaurì durante il Fascismo, ma ebbe una piccola ripresa subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Le nazioni dove più si diressero gli emigranti italiani furono gli Stati Uniti nel Nordamerica, ed il Brasile e l’ Argentina nel Sudamerica. In questi tre Stati attualmente vi sono circa 65 milioni di discendenti di emigrati italiani.
Una quota importante di Italiani andò inUruguay, dove i discendenti di Italiani nel 1976 erano 1.300.000 (oltre il 40% della popolazione, per via della ridotta dimensione dello Stato).
 

Rotting Christ

Pubblicato: 10 Maggio 2009 in Tubiamo

Dentro i miei vuoti…

Pubblicato: 10 Maggio 2009 in (Ec)Citazioni
[…]Come due intrusi che sorvolano le tangenziali dell’intimità

Fiutando diffidenze e affinità. Resta qui!

Da quanto siamo qua non chiederlo,

Dalle finestre luci scorrono,

Lenzuola stropicciate …che ora è?

Stai con me!

Se c’è un motivo trovalo con me

Senza ingranaggi senza chiedere perché.

Dentro i miei vuoti puoi nasconderti,

Le tue paure addormentale con me

Se c’è un motivo.

Due solitudini si avvolgono

Due corpi estranei s’intrecciano

Duemila esitazioni sbocciano

Stai con me.[…]

Mitici *.*

Pubblicato: 3 Maggio 2009 in Tubiamo

IV° Estratto – Inganno P.Roth

Pubblicato: 1 Maggio 2009 in Senza categoria

        
Una delle ingiustizie dell’adulterio è che
quando paragoni il tuo amante a tuo marito l’amante non lo vedi mai in quelle
situazioni terribilmente squallide, mentre litiga per la verdura o fa bruciare
il toast o si dimentica di fare una telefonata o imbroglia qualcuno o si fa
imbrogliare da qualcuno. Tutte queste cose, secondo me, la gente le tiene
deliberatamente fuori dalle relazioni amorose. Sto generalizzando sulla base di
un’esperienza piccola piccola, siamo prossimi a zero. Ma penso che facciano
così. Perché se non lo facessero sarebbe un tormento. A meno che non ti attiri
l’idea di avere due scenari di conflittualità domestica e di passare dall’uno
all’altro in continuazione.

        
È vero, con l’amante la vita di tutti i giorni
passa in secondo piano. La sindrome di Emma Bovary. Nel primo impeto della
passione di una donna, qualsiasi amante è Rodolphe. L’amante che le fa gridare
a se stessa: «Ho un amante!» «Una sorta di seduzione permanente» la chiama
Flaubert.

        
Quel libro è il mio manuale.

        
Qual è la parte che ti piace di più?

        
Oh, le situazioni più tremende, naturalmente.
Quando lei alla fine corre da Rodolphe per chiedere soldi, quando lo supplica
di darle tremila franchi per salvarla e lui risponde: «Non li ho, cara
signora».

        
Dovresti leggerne un po’ ad alta voce a tua
figlia, ogni sera, quando va a dormire. Flaubert è una buona introduzione agli
uomini, per una ragazza.

        
«Non li ho, cara signora». Meraviglioso.

        
Dicevo sempre ai miei studenti che non c’è
bisogno di tre uomini per passare attraverso tutto il calvario che percorre
lei. Di norma uno basta e avanza, sia nella parte di Rodolphe che in quella di
Léon e poi in Charles Bovary. Prima il rapimento e la passione. Tutti i
voluttuosi peccati della carne. Sua schiava. Totalmente stravolta. Dopo la
torrida scena d’amore nel suo castello, passi il suo pettine fra i capelli
eccetera. Un amore quasi insostenibile con l’uomo perfetto, che ha un modo
meraviglioso di fare ogni cosa. Poi, col tempo, il fantastico amante si erode e
si trasforma nell’amante di tutti i giorni, l’amante prosaico, e diventa un
Léon, nient’altro che uno scarpegrosse, dopotutto. Comincia la tirannia del
reale.

III° Estratto

Pubblicato: 28 aprile 2009 in Lib(e)ri

Nel cuore della natura di uno scrittore c’è il capriccio.
Curiosità, fissazioni, isolamento, veleno, feticismo, austerità, leggerezza,
perplessità, infantilismo eccetera. Il naso nella cucitura di un indumento
intimo: ecco la natura dello scrittore. L’impurità.

 

(Inganno – Philip Roth)

II° estratto

Pubblicato: 28 aprile 2009 in Lib(e)ri

 

        
La solita vecchissima storia: tradita dalla vita. Avevo
un’attrazione fatale per i donnaioli dotati di facoltà ipnotiche e così sono
diventata matta.

        
È un’accusa?

        
Solo se vuoi prenderla in questo modo. No, con te era
tutto nuovo, così nuovo che in realtà ero ipnotizzata da me stessa. Eccomi, nei
weekend, ancora rannicchiata nel mio pigiama Doctor Dentons sotto le coperte
nella mia camera da letto a Bedford, con le stesse ballerine nello stesso stipo
da quando avevo dieci anni, e poi, il lunedì pomeriggio, totale abbandono sopra
un anonimo letto in un’anonima stanza a un anonimo piano di un anonimo Hilton.
Era così intimo da farmi girare la testa: l’unica cosa familiare in tutto
l’hotel era la nostra carne. In un certo senso lo si potrebbe chiamare training
di base. E mi faceva paura, eccome. Per mesi ho sofferto d’insonnia. Quando
usavi la parola «amore» mi venivano delle terribili gastriti. Ma era eccitante,
d’accordo. L’amante che mi ascoltava, paterno. Un disilluso che si interessa a
un’innocente: situazione altamente educativa. Perlomeno in quell’Hilton nessuno
aveva pratica di omicidio.

        
Ti innamoravi di quelli che sparano al cuore.

        
Già, mercanti di sesso, fondamentalmente. La gang della
libidine. Non riuscivo a resistergli. Non sapevo come flirtare con loro. Non
sapevo come trattarli, in genere. È n argomento che abbiamo dimenticato di
trattare in quel seminario. E, naturalmente, ero come l’erba matta per quelli
che mi volevano e che io non volevo. Quello che mi faceva impazzire era il
fatto che c’era sempre qualcuno che mi correva dietro appassionatamente, mi
telefonava, mi inseguiva, mi inondava di inviti; e quindi, capisci,
fondamentalmente mi soffocava. E nello stesso tempo c’era l’amante assente,
quello che se n’era andato e se ne fregava, oppure faceva con me un sacco di
giochetti e io ci impazzivo un pochino, davo i numeri. Capita. All’inizio
andava tutto bene, ma l’errore è stato che la cosa si è ripetuta ancora e
ancora e ancora, e non sembrava che riuscissi a venirne fuori. Questa è stata
la mia nemesi. Questo è stato tutto.

        
Non hai mai avuto relazioni che non fossero così
pesanti, che fossero piacevoli e basta?

        
Più o meno.

        
E come sono andate a finire?

        
Mi annoiavo.

 

(Inganno – Philip Roth)

Foto del 25 Aprile

Pubblicato: 26 aprile 2009 in VisivaMente

Estratto da “Inganno”

Pubblicato: 26 aprile 2009 in Lib(e)ri

        
Cosa succede se lui ti chiede come ti sei fatta quel
livido sulla coscia?

        
Me l’ha già chiesto.

        
Ah. E tu?

        
Gli ho detto la verità. Dico sempre la verità. Così non
possono mai beccarti a dire una bugia.

        
Cosa gli hai detto?

        
Gli ho detto: «Mi sono fatta questo livido durante un
torrido amplesso con uno scrittore disoccupato in un appartamento di una casa
senza ascensore a Notting Hill».

        
E allora?

        
Suona come uno scherzo stupido. Grandi risate.

        
E tu conservi l’illusione di essere stata una donna
onesta.

        
Nel modo più assoluto.

 

(“Inganno” – Philip Roth)

Coldplay – Yes

Pubblicato: 24 aprile 2009 in Tubiamo